giovedì 27 aprile 2017

L'umiltà del grande insegnante


Nel corso dei propri insegnamenti, qualsiasi insegnante è "caduto" in diverse autotrappole.

Soprattutto se parliamo di insegnanti olistici, psicologi, psicoterapeuti o di qualsiasi altra disciplina di sostegno e crescita personale.

Quali?

Le cosiddette trappole del cosiddetto ego che tutti indossiamo così come ci vestiamo ogni giorno.

Quali sono questi inganni e a cosa servono?

1. Sentirsi più bravi di altri insegnanti a prescindere dalla formazione in atto;

2. Vendere concetti che non sono stati lavorati e raccontare agli altri la propria risoluzione;

3. Credere di aver ben focalizzato la propria strada mentre invece si è del tutto fuori fuoco;

4. Rendere dipendenti gli allievi "accattivandoli" con diverse forme di lusinga;

5. Raccontare troppo di sé durante i corsi senza lasciare il giusto spazio e tempo ai propri allievi:

6. Permettere agli allievi di debordare raccontando troppo di sé;

7. Rimanere fermi nella propria crescita personale senza continuare corsi di formazione e soprattutto percorsi individuali;

8. Chiedere pochi o troppi soldi rispetto alla cifra che si sente giusto chiedere;

9. Fare l'insegnante per bisogno economico senza il  piacere di farlo e senza la gioia di poter essere di sostegno agli altri.

QUESTE SONO SOLO ALCUNE DELLE TRAPPOLE.

E TU, LETTORE, IN QUALE TI SENTI Più VULNERABILE?

OPPURE NE HAI UN'ALTRA NASCOSTA?

Che l'insegnamento possa essere illuminato nella tua vita e illuminante nella vita degli Altri!

Nicoletta F.
www.nicolettaferroni.it
www.ilprimorespiro.it

lunedì 17 aprile 2017

MORTI STRAORDINARIE



Quando Nicoletta mi ha proposto di scrivere la storia della morte di mia madre mi sembrava inadeguato. Poi, come mi è solito fare, ci ho riflettuto a lungo e, alla fine, ho pensato che una storia così personale aveva senso di essere condivisa solo nella misura in cui questa poteva dare un messaggio ad altre persone: a volte le persone che amiamo rimangono, con noi, oltre ogni umana  sofferenza, oltre ogni ragionevole aspettativa, oltre ogni illusoria speranza, solo perché sentono la nostra disperazione nel non averle più con noi, nel sentire che si allontanano da noi. E definiamo questo attaccamento come Amore. Ma ci sbagliamo, perché sono loro che ci amano così tanto da soffrire per rimanerci accanto, mentre noi, egoisticamente, pensiamo solo al nostro dolore. L’Amore, quello con l’A maiuscola, sta nel lasciare andare l’altro, nel sapere che, ovunque vada, un pezzo di strada lo si è fatto insieme, un pezzo di un cammino importante per entrambi e, ovunque noi ci rechiamo, nessun potrà toglierci la consapevolezza che in quel tratto di strada percorsa insieme ci siamo legati per l’eternità. Allora mi permetto di  augurare a tutti noi di essere Amati per davvero da chiunque amiamo per davvero.

Alfonso Guizzardi,
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoanalista energetico-vibrazionale, Sessuologo.

 
9 EURO



domenica 2 aprile 2017

Com-passione: che cos'è? Nessuna pena, nessuna pietà!


                                                             


La parola compassione deriva dal latino: cum: insieme + patior: soffro

La sua radice è tanto più nobile dell'accezione comune che evoca la parola pietà, spesso evocatrice di disprezzo, da cui il verbo compatire simile al provare pietà.

In cui per pietà, dal latino piĕtas -atis (der. di pius «pio, pietoso») si intende un sentimento di affettuoso dolore, di commossa e intensa partecipazione e di solidarietà nei confronti di chi soffre.

Da distinguersi anche dalla parola pena (dal
latino poena ‘castigo, molestia, sofferenza’, dal greco poinḗ ‘ammenda, castigo’) inteso come:

 1.sanzione punitiva per aver violato una norma: per es. pena pecuniaria;
2. patimento, sofferenza morale: essere in pena per qualcuno o qualcosa;
3. sentimento di pietà in cui ci si mostra ridicoli o brutti quando facciamo pena a qualcuno;
4.sentimento di pietà in cui proviamo pena per qualcuno;
5. danno fisico o morale per aver commesso qualcosa;
6. castigo per i peccati commessi (in ambito religioso: pena divina).




 
La compassione implica partecipare alla sofferenza dell'altro. Non un sentimento di pena né di pietà, ma una compartecipazione intima con un dolore che non nasce come personale, ma universale.
 
 
Una sorta di sapere come ci si sente a sentire ciò che sente un'altra persona.
 
Tuttavia la compassione non è sempre connessa a una comunione autentica di sofferenza, ma anche a una compenetrazione di gioia ed entusiasmo.

Molte persone temono di sentire compassione per la paura di sentirsi travolti dal dolore dell'altro. Ed è proprio in questi casi che si tratta quasi sempre di persone che non sanno attraversare e rilasciare il proprio dolore che viene a galla, quando entrano in risonanza con il dolore dell'altro.

Oppure possono esserci persone che hanno già attraversato un certo tipo di sofferenza, di cui sono consapevoli, senza averla profondamente integrata, per cui, nella misura in cui la risentono, rientrano in quel limbo di falsa integrazione in cui temono di riscivolare.Infine ci sono i più coraggiosi: coloro che sanno sentire la sofferenza altrui, rievocandone la loro risoluzione, senza alcun timore di venirne di nuovo fagocitati. Sono loro i maestri di compassione!
Sono coloro che sanno stare accanto a chi soffre, sostenendolo, ma sanno anche gioire con chi gioisce senza derubare nessuno di gioie che vogliono far proprie.

Ed è questa un'altra importante funzione: saper gioire delle gioie altrui con entusiasmo, senza esaltazioni, ma anche senza gelosie e invidie, sapendo che chiunque può gioire della vita, senza il bisogno di soffrire per non sentirci più "fortunati" di altri.

Niente è casuale. Tutto è causale.
E più che i fortunati o sfortunati esistono i "benedetti" (ben-detti) o i "maledetti" (mal-detti).

Com-passione con qualcuno che dice bene  è arricchente.
Com-passione con qualcuno che dice male  è depotenziante.

Ed è là che bisogna fare una scelta: se entrare o meno in com-passione con tutti!



Nicoletta Ferroni, operatore olistico trainer (SIAF)

www.nicolettaferroni.it : per sessioni individuali di ThetaHealing®, Rebirthing, Reiki Usui e Karuna®,  RESPIRARE CON GLI ANGELI® riceve a Roma, Terni, Trieste.
 
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IL PRIMO RESPIRO,
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