venerdì 31 agosto 2018

La funzione sacra delle proiezioni



Quante volte ci è stato detto che tutto era frutto delle nostre proiezioni?

Quanto  volte ci siamo sentiti incastrati in schemi famigliari ricreati all'interno di contesti estranei alla nostra famiglia, ma in cui tentavamo di ritrovare quelle figure con cui avevamo lasciato qualcosa di irrisolto da risolvere?

Spessissimo e non poche volte potremmo esserci sentiti intrappolati e con una visione fuori fuoco di quello che ci stava accadendo, laddove siamo diventati consapevoli di che tipo di proiezione avevamo giocato.

Ma tutti almeno una volta abbiamo sentito anche un minimo di piacere nel sentire che amavamo qualcuno come abbiamo amato nostra madre, nostro padre, o un figlio o un fratello.

Chi non ha mai cercato qualcuno di simile a qualcun altro della famiglia d'origine?

Anni, ormai secoli, di psicanalisi potrebbero spiegarci perché funzioniamo così.

Ma può bastare? O meglio risolviamo qualcosa nel sapere che funzioniamo così per un insieme di motivazioni psicologiche?

E se invece cambiassimo prospettiva?

Se invece cominciassimo a chiederci che cosa ne ricava l'Anima in una incarnazione che proietta le proprie ferite d'amore su fantasmi incarnati che sono "veri" solo ai nostri occhi?

E se l'Anima ci stesse dicendo di proiettare quel bisogno di guarire quella ferita su quella persona, non solo per guarire una ferita materna, paterna, ma perché l'Anima vuole guarire quella relazione con quell'altra Anima che non è in un'incarnazione su cui proiettiamo, ma è un'incarnazione su cui fissiamo una proiezione per sanare ben altro tra la nostra e la sua Anima?

In altri termini: e se le proiezioni fossero solo dei piccoli trailer di film lungometraggi ben più vasti?

Non legami con vite passate, né presenti, né future. Né tantomeno karma, né dharma.

Ma ricerche interdimensionali dell' Anima intesa come esperienza dello Spirito in un corpo fisico che, essendo appunto fisico, non può non vivere di proiezioni, ma può certamente rilassarsi sapendo che anche le proiezioni sono un'illusione di separazione.

Che tutti ricercano per Amore, solo per Amore guarigioni invisibili in ciò che sembra visibile.

E allora si finisce per guarire forse la propria famiglia d'origine, ma sicuramente  sì la propria e forse altrui famiglia d'Anime.


Nicoletta Ferroni



martedì 14 agosto 2018

Saper sentire, senza "mentalizzare", le molecole di emozioni


Uno degli atteggiamenti più diffusi in un mondo di ambite certezze è la tendenza a cercare verità, soluzioni, generalizzazioni per saziare dubbi e domande senza risposta.
 
E la soluzione più facile può essere il ricorrere a citazioni altrui a cui aggrapparsi per individuare una strada da intraprendere per credere di credere qualcosa di certo.
 
Ma quanto ci interessa sentire nel profondo ciò a cui decidiamo di credere?
 
Quanto "sentiamo" nelle nostre cellule sensazioni, emozioni, sentimenti o quanto stiamo concettualizzando queste molecole di sensazioni, emozioni, sentimenti?
 
Che cosa accadrebbe se ci permettessimo di sentire fisicamente quello che stiamo vivendo, smettendo di anestetizzarci?
 
Considerando primarie queste 6 emozioni: paura, rabbia, gioia, tristezza, disgusto, sorpresa e composte emozioni come la vergogna, la colpa, l'invidia, la gelosia, molto spesso ricorriamo ad atteggiamenti di rifiuto verso gli altri, in primis verso noi stessi, per evitare (appunto) di sentire.
 
E in seconda battuta dopo il rifiuto ricorriamo al ri-sentimento, ovvero ci risentiamo, per non sentire che qualcosa in noi vuole essere sentita per essere riconosciuta e semplicemente accolta, riconosciuta, ancor prima di essere trasformata e integrata, ovvero resa integra all'interno dell'organismo in cui si è sviluppata.
 
La reazione comune per chi ricorre a una presa di coscienza artefatta è "mentalizzante" nel ricorrere a concetti astratti che incapsulano il sentire in cassetti in cui l'anima viene sequestrata senza via di scampo per la propria evoluzione.
 
Fallace come crescita? Non del tutto. Può comunque rappresentare un territorio intrigante da esplorare laddove chi lo esplora sia disposto prima o poi ad addentrarsi nei meandri dei propri pozzi interiori.
 
Purché la sete di conoscenza non nasconda la fame d'Amore!
 
 
 
Nicoletta Ferroni,

Apri una porta su un nuovo lavoro

Apri una porta su un nuovo lavoro
www.jooble-it.com