martedì 5 febbraio 2019

Respirare bene fa bene allo spirito

 
 
Era il settembre del 1997 quando ebbi la mia prima esperienza con il respiro circolare. Per una serie di circostanze sincroniche venni a scoprire che esisteva una tecnica, cosiddetta rebirthing, che permetteva di attraversare e superare stati importanti di sofferenza emozionale, grazie al respiro circolare. Mi fidai della voce interiore che mi diceva di abbandonarmi al flusso degli eventi e presi un appuntamento con un professionista del settore, chiamato rebirther.
La connessione totale con il tutto, la gioia da cui mi sentii pervasa alla fine della sessione e la carica di energia fisica e mentale mi indicarono con certezza che questa era la mia strada.
Da allora, nel corso degli anni ho fatto del rebirthing uno strumento della mia crescita personale e professionale, condividendo con centinaia di persone la loro rinascita, partendo dalla loro nascita, diventando rebirther. Che cosa significa in termini pratici tutto questo?
Il Rebirthing, letteralmente Rinascere, è un percorso di crescita così nominato dal suo ideatore, Leonard Orr negli anni Sessanta. Respirando in modo circolare, ovvero senza pause tra inspirazione ed espirazione, si crea uno stato di ascolto e contatto interiore tali da risvegliare nel corpo  energetico il flusso di memorie antiche o recenti,  in qualche modo legate alla maniera in cui siamo nati. Tutto ciò stimola anche il risveglio di consapevolezze su infinite altre sfere della vita in cui desideriamo operare dei cambiamenti. Perché ogni volta che ci prepariamo a un cambiamento, di qualsiasi tipo si tratti, tendiamo al livello emozionale e comportamentale a ricreare uno stato interiore molto simile a quello sperimentato all’atto della nostra nascita, in quanto la nostra nascita è stata il primo  grande cambiamento. Con il rebirhting è possibile sbloccare e cambiare questo codice di approccio alla vita, che, in modo più o meno compulsivo, tendiamo a  riprodurre. Il risultato è uno stato sorprendente di pace e serenità acquisibili nel corso di un ciclo di dieci sedute di rebirthing, come illustro nel mio libro edito da Edizioni sì nel 2008, Il primo respiro.
 
Nell’ultimo decennio, oltre a promuovere questo lavoro di crescita con il rebirthing, ho sviluppato un altro approccio al respiro circolare, grazie allo spazio in cui lavoro, immersa nella natura delle colline amerine. www.giardinomeraviglie.it. Vivere e lavorare nella verde dell’Umbria, infatti, mi ha permesso di entrare in contatto con sfere di esistenza congeniali all’essere umano per ricreare nel proprio microcosmo l’armonia di spazi incontaminati lontani dal panorama caotico delle grandi metropoli.  Attraverso l’uso cosciente e consapevole del respiro circolare ho imparato e sto insegnando a canalizzare il respiro attraverso il corpo fisico,  verso l’alto o verso il basso. 
Cosa si intende? Respirare convogliando la propria energia verso il basso, attraverso il respiro,  permette di operare un radicamento delle energie personali all’interno della terra, alimentando nell’individuo che lo necessita la tendenza a vivere maggiormente radicato e quindi libero da paure e tendenze ad estraniarsi. Questo tipo di respirazione convogliata nel canale cosiddetto tellurico è efficacissima anche per concretizzare progetti creativi, di cui sono molto ricche generalmente le persone che vivono piacevolmente tra le nuvole. Oppure per tutti coloro che stanno vivendo un periodo in cui, per svariati motivi personali, sentono di aver perso la gioia di vivere e la grinta di procedere lungo il proprio cammino di crescita sulla terra.
Respirare verso l’alto, invece, permette di elevare la propria consapevolezza su sfere “celesti”, non propriamente terrene, come viene ben consigliato alle persone molto razionali a cui potrebbe giovare un distacco mentale dalle vicissitudini quotidiane. Respirando in questo modo, l’energia creativa viene canalizzata nell’individuo per poi elevarsi al punto da sentire possibile tutto ciò che si sogna e si desidera, senza nessun tipo di limite. In questo modo è possibile staccarsi più facilmente dalla routine quotidiana e credere con maggior convinzione nella fattibilità di un’esistenza originale. E’ questa una respirazione particolarmente consigliata anche a chi si sente annoiato o carente di ispirazione.
Per maggiori e specifiche delucidazioni in merito, faccio riferimento al mio nuovo libro 10 Tecniche per ottenere CALMA, FORZA e LUCIDITA’ attraverso il RESPIRO, in uscita a settembre 2011, sempre con Edizioni Sì.
 
A prescindere da qualsiasi cammino si voglia intraprendere, che sia il rebirthing o il respiro circolare tellurico o celeste, sono sempre infiniti i giovamenti tratti dal respiro, come viene insegnato in molte altre pratiche orientali. Il 70% delle scorie dell’organismo si elimina con la respirazione, il rimanente 20% con la pelle (prevalentemente sudore), il 7% con l’urina, il 3% con le feci. Meno respiriamo, meno il sangue ha la possibilità di purificarsi dalle scorie che ritornano all’organismo in un circuito chiuso che provoca invecchiamento e tanti altri disagi fisici ed emozionali. Oltre a un processo chimico con il respiro avviene un ricambio del prana, altrimenti detto in altre lingue orientali chi o ki, l’energia che anima tutti gli esseri viventi, senza il quale tutto si ferma. L’energia vitale. Ne consegue l’importanza di un uso corretto della respirazione.
Ma poiché nulla avviene per caso, se stai leggendo questo articolo ci sarà un motivo ben preciso per far tesoro di questi insegnamenti: ecco un semplicissimo esercizio atto a promuovere un risveglio psico-fisico immediato e gradevole.
Chiudi gli occhi, fai quattro respiri particolarmente connessi profondi nella pancia e subito nel cuore, poi rimani 7 secondi in uno stato di apnea, senza respirare. Ripeti questa sequenza per 3 volte. Quindi dopo l’ultima apnea, rimani in ascolto del tuo sentire. Provi disagio o benessere?
Adesso ripeti i quattro respiri connessi e profondi nella pancia e subito nel cuore, ma questa volta, invece dell’apnea, fai un quinto respiro, profondissimo, più profondo dei primi  quattro, oltre il limite di quello che tu credi sia il limite della tua capacità respiratoria. Ripeti questa sequenza per 3 volte. Quindi dopo l’ultimo respiro profondissimo eseguito, rimani in ascolto di quello che è avvenuto in te.

Viviamo come respiriamo e Respiriamo come Viviamo
Se senti anche un minimo di benessere in più rispetto all’esercizio precedente dell’apnea, sappi che la maggior parte delle persone vive infelicemente in un perenne e ignoto stato di apnea per molte ore della giornata. Che ne dici di potenziare il tuo respiro, a cominciare da adesso?
Nicoletta Ferroni, www.nicolettaferroni.it

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