TRATTO DA UN CAPITOLO inserito nel Grande Libro di Medicina e Psicologia Energetico Vibrazionale, Ed.Sì
Il mistero della Vita: dal
preconcepimento all’allattamento, attraverso la nascita.
Esistono
numerosi libri e saggi di psicologia pre e perinatale, oltre a tutti quelli più
recenti che trattano la nascita attraverso le teorie del Rebirthing.
E’ con Carl
Gustav Carus[1] in pieno Romanticismo che
si cominciano a intuire le radici della vita psichica nell’inconscio
dell’esistenza prenatale, anche se il significato della nascita sarà
riconosciuto solo nel 1924, con la pubblicazione di due opere psicanalitiche
fondamentali; una del Otto Rank[2] e
l’altra di Gustav Hans Graber[3].
In queste
pubblicazioni gli autori asseriscono che la nascita viene realmente vissuta da
un individuo, diventando il prototipo a cui faranno riferimento tutte le
esperienze successive nella sua biografia.
L’eco
di questa impronta viene individuato, secondo Rank e Graber negli stati
d’animo, nella paura del buio e di spazi chiusi così come nelle creazioni
artistiche, mentre la nostalgia e il bisogno di raccogliersi in spazi chiusi e
rassicuranti è un’eco della vita prenatale.
Il tema della
nostalgia fu molto argomentato anche da Sandor Ferenczi[4], in
merito allo sviluppo di sentimenti di onnipotenza e di gioia conosciuti in fase
prenatale. Infatti per Ferenczi la vita psichica del neonato è caratterizzata
dal desiderio di tornare all’interno del caldo e rassicurante grembo materno,
mentre per Rank è proprio la traumaticità della nascita a intensificare il
desiderio uterino prenatale.
L’anno 1924 fu
un anno fertile di intuizioni da parte degli psicoanalisti più famosi
dell’epoca. Graber infatti arrivò a individuare il significato del mutamento
esistenziale al momento della nascita. E nello stesso anno 1924 Istvan Hollos[5] arrivò
a rintracciare in fase terapeutica i primi impulsi di aggressività di un
paziente nato con parto prematuro.
Arriviamo
negli anni Quaranta e sempre un altro Nandor Fodor[6] pubblicò
numerosi lavori sulle analogie tra sogni e memorie intrauterine.
Ciò di cui vi parlerò in questo
mio capitolo è frutto di molteplici osservazioni in centinaia di persone delle
loro esperienze prenatali e perinatali, rievocate grazie al mio lavoro
pluridecennale nel Rebirthing e nel ThetaHealing® in cui le ho sostenute
a “rinascere” - ovvero a trasformare il loro imprinting di nascita - dopo
averlo potuto testimoniare su me stessa e sul mio imprinting, anche grazie a un accurato lavoro personale
con la Vegetoterapia post-reichiana[7].
Partire dalla nostra nascita è
un inizio entusiasmante per vivere con maggior consapevolezza le nostre
reazioni quotidiane e per reagire diversamente alle situazioni.
Siamo
sicuramente tutti nati, chi in un modo, chi in un altro; per tutti è stata
un’esperienza annoverabile, l’inizio di un viaggio in cui abbiamo cominciato a
vivere in un certo modo, con certi aspetti caratteriali, che a volte ci sembra
veramente impossibile poter trasformare.
Ciò che realizziamo nella
nostra vita lo otteniamo riproducendo in qualche maniera il modo in cui siamo
nati - che a sua volta è la summa delle
esperienze nel lasso di tempo che va dal preconcepimento alla prenascita.
Dinnanzi a qualsiasi cambiamento di vita tendiamo a
riproporre modelli comportamentali,
associati a schemi di pensiero e a espressioni emotive, legati a un
antico imprinting o ancora meglio a uno scenario[8] di
nascita.
In tal modo la vita può anche continuare a cambiare ma
l’approccio con cui la affrontiamo rimane più o meno identico, se non
effettuiamo un importante cambiamento di percezione di noi stessi, del mondo e
della vita.
Nello scoprire
la nostra storia neonatale, generalmente ci sentiamo
pieni di entusiasmo nell’apprendere tante informazioni che in effetti si
rivelano quasi sempre veritiere.
Scopriamo tante spiegazioni sul motivo per il quale ci sentiamo e ci
comportiamo in un certo modo e, perlomeno, inizialmente, proviamo sollievo al
pensiero che non siamo gli unici esseri stravaganti sulla terra.
E per scoprire
la nostra storia neonatale non mi riferisco solo alle informazioni che possiamo
ricevere da nostra madre e da chi era presente al parto o in una cartella
clinica ritirata all’ospedale in cui siamo nati. Scoprire la nostra storia
pre-peri-neonatale può avvenire anche
attraverso il processo inverso, ovvero attraverso l’osservazione del nostro
tipo di comportamenti attribuibili a un certo tipo di storia pre-peri-neonatale
piuttosto che a un’altra. E per far questo esiste una lunga casistica a cui
attingere, come vedremo più avanti.
Tutti
conserviamo nella nostra memoria cellulare
questo indiscutibile evento per il semplice e appurato fatto che tutti
siamo nati.
Anche l’ascoltatore più scettico
sentirà risuonare in sé l’energia di certe narrazioni quando gli verrà
raccontato come reagisce nella vita, ad esempio, una nascita con il cordone
rispetto a una nascita veloce.
Tuttavia anche la conoscenza del
nostro scenario di nascita va affrontata con un approccio maturo, senza
lasciarci incantare da concetti che possono rivelarsi rigidi e approssimativi.
Durante
gli anni in cui apprendevo le nozioni basilari sullo scenario di nascita, non
era insolito ritrovarci, soprattutto tra donne, a indagare sul tipo di
nascita di un amico, un’amica, un
marito, un datore di lavoro, ecc. L’obiettivo finale era saperne di più di una
persona per meglio approcciarla o quanto meno per incasellarla in una
categoria.
Lo
scenario di nascita è un qualcosa di assolutamente affascinante, che, una volta
appreso e compreso, regala a chiunque l’opportunità di evolversi sulla magica
strada dell’autoconoscenza.
E proprio per non sconfinare in
un qualunquismo tipico di tutto ciò che è vasto, è necessario essere pronti a
comprendere che cosa sono quelle che chiamo interferenze neonatali.
Nicoletta FERRONI, www.nicolettaferroni.it
[1] Medico e filosofo tedesco
(Lipsia 1789- Dresda1869).
[2] Filosofo e psicoanalista
austriaco (Vienna1884- New York 1939). Del 1924 è la sua opera: Il Trauma della nascita
[3] Psicologo psicanalista
svizzero (Grossaffoltern 1893- Berna1982). Fondatore della I.S.P.P. (Società
internazionale di Studi per la Psicologia Prenatale).
[4] Medico psichiatra e
psicanalista ungherese ((Miskolc 1873-Budapest 1933)
[5] Psicanalista ungherese (Budapest
1872- Budapest 1957)
[6] Psicoanalista e
‘parapsicologo’ ungherese (Berehove1895- New York 1964).
[7] W.Reich, medico psichiatra
e psiconalista (Dobrzcynica in Galizia 1897-Luisburg 1957)
[8] Modo e setting
in cui un neonato percepisce l’atto del nascere, le persone che lo accolgono,
e lo spazio in cui arriva, come summa esperienziale e consequenziale ai mesi
precedenti di vita intrauterina.
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