martedì 23 maggio 2017

Il falso mito della PROIEZIONE: la risoluzione della CO-PROIEZIONE




Si suole credere nella teoria dello specchio. E veniamo tutti istruiti a credere nella teoria che tendiamo a proiettare negli altri i nostri vissuti risolti e irrisolti per cui arriviamo a detestare o ad amare ciecamente qualcuno laddove proiettiamo in quel qualcuno qualcosa che ci appartiene come schema famigliare, generazionale o storico.
 
E questo può essere vero nella misura in cui non ci lasciamo irretire dalla mancanza di funzionalità di quello che ricreiamo nella proiezione.
 
Ma non va mai perso di vista che colui o colei con cui coproiettiamo è responsabile del suo 100 per 100, così come noi siamo responsabili del nostro 100 per 100 di cocreazione proiettante, in cui entrambi giochiamo un gioco perfetto di rispecchiamento sinergico, niente e nessuno esclusi.
 
Inoltre sfugge una chiave di volta molto preziosa.
Non è mai inutile ciò che coproiettiamo,  purché trovi una via d'uscita, ovvero purché riusciamo a rendercene conto prima di arrivare all'esasperazione.
 
Anzi, laddove riviviamo un copione a noi noto con un'altra persona esterna alla nostra sceneggiatura personale, può essere molto funzionale trovare, attraverso le nuove proiezioni che viviamo, una via di risoluzione che, solo riportando in scena nella nostra vita attuale certi meccanismi, può permetterci di rivederli e risentirli, rivivendoli.
 
Ciò è quanto mai affascinante e degno di essere rispettato. Anche perché laddove venisse giudicato, perderebbe qualsiasi possibilità di essere visto con discernimento, per essere accolto, trasformato e quindi integrato.
E perderemmo anche preziose opportunità di risoluzione evolutive.
 
 
Nicoletta Ferroni, Operatore olistico trainer (Siaf), Master in ThetaHealing®, Reiki Usui e Karuna®, Rebirthing-BreathBalance®,  Ideatrice di Respirare con gli Angeli ®
 
www.nicolettaferroni.it

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