"Eravamo sempre stati grandi amanti del Mare.
Era l'estate del 2019. Era stato operato solo 2 mesi prima da un chirurgo luminare a Roma, che in chirurgia robotica gli aveva asportato quello che allora era il suo primo sarcoma peritoneale, cresciuto in pochissimi mesi fino a 18 centimetri infiltrandosi nella surrenale destra, rischiando di entrare nel rene. Lo avevano completamente ripulito salvandogli sia la surrenale che il rene.
Si sentiva miracolato. Eravamo all'Elba e all'improvviso mi disse: "Vorrei iniziare a fare immersioni subacquee. Ho paura. Ma voglio superarla. Ti andrebbe di iniziare?"
Negli anni ce lo avevano detto tantissimi terapeuti che per noi due, che lavoravamo con la vita intrauterina e nascita altrui, le immersioni subacquee erano ideali per sperimentare tutte le paure di portare alla luce e risolvere le memorie del liquido amniotico. Per cui gli dissi subito di Sì. Ero contenta e allo stesso tempo eccitata al pensiero di iniziare. E come tutte le cose che abbiamo fatto insieme, le facevamo seriamente.
Iniziammo non solo con le immersioni, ma anche con la teoria. Dopo la pratica, in genere di pomeriggio studiavamo la teoria come due adolescenti ansiosi di superare gli esami, durante i quali io scopiazzavo sempre dai suoi test, con la scusa che lui era tanto intelligente e che sapeva sempre più cose di me! E gli istruttori se ne accorgevano e gli strappavamo pure un sorriso. Superavamo i test dei brevetti con 50/50, se io copiavo bene da lui. Oppure io 48/50 se facevo di testa mia, ma se riuscivo a distrarlo gli facevo prendere anche a lui 49/50...e si incazzava...dicendomi la sua frase tipica nei miei confronti: "Stai buona!" quando esageravo con le mie intromissioni....
Così prendemmo negli anni diversi brevetti. Dall'Elba con le meraviglie di Pianosa, alla Slovenia, Sistiana, Giglio, Argentario, Croazia, Castellamare, Campi Flegrei, Ischia.. Fino a diventare livello advanced. Mi ricordo quanto sforzo fece negli anni quando continuò a immergersi, nonostante i successivi interventi chirurgici. Si è immerso fino a luglio 2022, all'Isolotto dell'Argentario, poco prima degli ultimi interventi terribili di quel mese in cui stava morendo nell'ultima sala operatoria.
Mi disse un giorno: "Pensavo che la subacquea mi avrebbe aiutato a risolvere ancora di più la mia nascita così traumatica. E invece mi sta aiutando ad affrontare la morte." E me ne accorgevo ogni volta che scendevamo, soprattutto quando andavamo a - 40 metri. Vedevo che si abituava pian piano all'ignoto e in qualche modo ero contenta nel vederlo sereno. Poi, siccome in subacquea ci si immerge in due, in genere le guide ci mettevano insieme e quando scendevamo, vedevo che mi teneva sempre d'occhio, come aveva fatto tutta la nostra vita insieme, ma notavo che era diverso. Mi guardava, ma era molto concentrato su se stesso, Ed era un segnale che finalmente era pronto. Era pronto a fluire nel suo nuovo mondo, senza preoccuparsi più per me...
Appena è fluito via dal corpo, sono stata presa da una voglia irrefrenabile di immergermi in mari dove aveva desiderato tuffarsi, ma dove non avevamo fatto in "tempo" ad andare insieme: il Mar Rosso.
Che dispiacere farlo senza di lui, ma in coppia con qualche sconosciuto di immersioni! Eppure sapevo che lui ha visto, sentito tutto...
In qualche modo c'era sempre con il suo Amore per il Mare, per l'Oceano!
Credo che andrò a visitare altri mari dove continuare a sentire che SIAMO TUTT'UNO ovunque, comunque, con chiunque. E spero di trascinare qualcun altro che possa innamorarsi del TUTTO vedendo COM'è PROFONDO IL MARE!"
Nicoletta Ferroni